MEETING DI RIMINI. Tra gli eventi della 43^ edizione, dal 20 al 25 agosto, anche la mostra sul sacerdote friulano “Costruire sempre”
Sarà esposta al Meeting di Rimini la mostra su don Emilio De Roja, il sacerdote che è stato uno dei protagonisti della Resistenza in Friuli e che, per la sua opera a favore di migliaia di giovani, è conosciuto anche come il don Bosco friulano. Infatti, alla 43^ edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli, che si svolgerà da sabato 20 a giovedì 25 agosto 2022 nel grande quartiere fieristico di Rimini e ha come titolo “Una passione per l’uomo”, la mostra “Costruire sempre. Don Emilio De Roja, storie di una vita costantemente all’opera” interesserà il padiglione B2.
E alle visite guidate provvederanno gli stessi curatori Paolo Benedetti, Giovanni Comelli, Giorgio Lorenzon, Marco Peronio, Roberto Tirelli, Roberto Volpetti, ma anche altri volontari friulani.
Nel sito internet del Meeting, nell’ampio programma della 43^ edizione che in 6 giorni prevede 96 convegni e dibattiti pubblici, 15 spettacoli teatrali e di musica, 14 mostre e 47 eventi sportivi, è già disponibile la presentazione della mostra, a ricordare che don Emilio “era un uomo felice, parlava sempre e in ogni occasione con felicità, come se il mondo intero gli regalasse felicità e non brandelli umani, come se le miserie fossero occasione per essere felice”. Eppure, prosegue la presentazione, don De Roja “avrebbe avuto tutti i motivi per non essere felice, per essere arrabbiato e sconfortato per le difficoltà e i limiti umani incontrati nella sua stessa famiglia di origine, poi durante la guerra e infine in un quartiere ‘difficile’ tra ragazzi ‘difficili’. Ma don Emilio aveva un motivo grande per essere felice: il riconoscimento certo dell’amore di Cristo e la fiducia in una Provvidenza che non lo ha mai abbandonato in quello che sentiva essere il suo compito: costruire sempre! E il costruire è facilmente visibile nelle opere generate, ma ancor più nella capacità di vedere nelle persone che incontrava il bene che avevano dentro, magari contradditorio al male di cui erano capaci”.
Lo stesso don Emilio raccontava così uno dei tanti episodi accadutigli, quello dell’incontro con una donna disperata: “una mamma mi consegnava il suo figliolo e sembrava lei l’accusatore. Signora, ma pensa che è il suo figliolo? E che cosa potrei fare io se lei parla così di lui? Ammutolì e sottovoce cominciò: è vero ma a sentirsi lamentare i maestri, le guardie, il sindaco, il parroco, pensavo di dover parlare anch’io così, ma se lei mi dice che mi darà una mano devo sperare di salvare il mio figliolo”.
Perciò – conclude la presentazione nel sito internet del Meeting – “la mostra propone l’incontro con quest’uomo, la passione per Dio e per l’uomo, attraverso la sua storia, gli scritti, i suoi amici e chi (compresi i curatori) hanno avuto la grazia di conoscerlo”.
“L’esposizione della mostra a Rimini – ricorda Roberto Volpetti, presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo – è stata resa possibile dal Comune di Udine, dal Centro culturale il Villaggio e dalla stessa Apo, l’associazione che dal dopoguerra ha riunito i combattenti per la libertà nelle Brigate Osoppo, tra i quali anche don Emilio. Ai tre Enti si sono associati la Fondazione Casa dell’Immacolata e la Cooperativa sociale Nascente, costituita nel 1987 proprio dal sacerdote friulano per creare opportunità di lavoro ai suoi ragazzi”, mentre hanno contributo la Fondazione Friuli e la Farmacia Favero.
Al termine della kermesse riminese, una copia della mostra resterà in dotazione al Meeting, che la renderà disponibile ad associazioni, centri culturali e a tutti coloro che vorranno esporla in altri contesti italiani, oppure nei Fogolârs furlanpresenti ovunque nel mondo.
E una prima diffusione oltre i confini di Udine riguarda proprio il Friuli, perché da venerdì 12 a domenica 21 agosto 2022 una seconda copia della mostra sarà esposta nel Centro don Bosco a Urbignacco di Buja, paese dove il giovane Emilio ha passato parte della sua infanzia. L’iniziativa è nata da un’idea del Circolo Laurenziano, che ha subito trovato il sostegno della locale Parrocchia di San Lorenzo martire e dell’Associazione ricreativa culturale di Urbignacco.