Don Emilio morì al Santa Maria della Misericordia di Udine il 3 febbraio 1992. Era stato ricoverato una quindicina di giorni prima, nel reparto di Cardiologia. Gli ultimi mesi erano stati piuttosto pesanti: il 23 novembre 1991 era stato aggredito da due persone che, per recuperare pochi spiccioli, lo avevano legato e malmenato; prima di Natale si era messo in viaggio in auto fino a Napoli, per recuperare uno dei suoi tanti figlioli discoli. Il ricovero, a metà gennaio 1992, sembrava un semplice periodo di controllo e di cura, ma qualche giorno dopo, nel corso di un esame, si verificò un aggravamento della situazione. L’agonia di don Emilio durò fino al mattino del 3 febbraio, quando esalò l’ultimo respiro. In quei pochi giorni riuscì a salutare tantissime persone, che si recarono commosse al suo capezzale.
L’impatto in tutto il Friuli fu enorme. I titoli dei giornali di quei giorni, oltre a ricordare le sue innumerevoli opere di carità, evidenziarono la diffusa fama di santità che circondava la sua figura.
I funerali ebbero luogo il 5 febbraio 1992 in Duomo a Udine, con la partecipazione corale di 5 vescovi, trecento sacerdoti e migliaia di fedeli commossi. Don Emilio è stato sepolto nella tomba dei benefattori della città, nel Cimitero urbano di San Vito.
La memoria di don Emilio è stata custodita dalla sorella Maria (scomparsa nel 2005) e da Ugo (mancato a gennaio 2020), oltre che dalla Fondazione della Casa dell’Immacolata e dall’Associazione Amici di don Emilio de Roja. Poche settimane dopo la sua scomparsa, Papa Giovanni Paolo II visitò la Casa dell’Immacolata e definì don Emilio “Generoso apostolo della Carità, infiammato dall’amore per il prossimo, ha cercato sempre di recare aiuto a chiunque si trovasse in difficoltà, testimone solido e concreto della Divina predilezione per gli ultimi e che viene considerato come esempio di Buon Samaritano.”