Emilio fin da piccolo manifestava una devozione particolare; in essa, la cugina “Catinute” Savonitti, non a torto, intravvide i segni della vocazione e lo indirizzò al Seminario minore di Castellerio, istituzione prestigiosa, con insegnanti di altissimo livello.
Emilio incominciò a frequentare l’ultimo anno della scuola elementare e giunse alla scuola teologica, maturando in quell’ambiente non solo la vocazione sacerdotale, ma anche la capacità di animare i più giovani: gli venne affidato il compito di prefetto, figura di riferimento nella crescita di un piccolo gruppo di seminaristi.
Nel periodo degli studi teologici, Emilio ebbe la fortuna di essere seguito da sacerdoti esemplari per la fedeltà alla dottrina, partecipiò delle vicende politiche dello Stato liberale, entusiasmati dal partito popolare di don Sturzo. Fra di loro prevaleva una netta posizione antifascista, che al momento opportuno si sarebbe manifestata.
Sovrintendeva alla prestigiosa istituzione mons. Luigi Venturini, che per don Emilio è stato come un padre.
Il 7 settembre 1941, in piena guerra, don Emilio venne ordinato sacerdote dall’Arcivescovo di Udine, mons. Giuseppe Nogara, nella chiesa di Madonna di Buja. Fu un giorno di grande festa, sì da suscitare entusiasmo e meraviglia, seppur in contrasto con il carattere del festeggiato, umile e schivo. Mons. Nogara decise di trattenerlo in Seminario a seguire i più giovani negli studi teologici, come esempio per tutti, per la sua umanità
Ed è nel Seminario che, due anni dopo l’ordinazione, don Emilio inizierà il suo cammino d’impegno civile e carità cristiana.