La Vita Cattolica – Articolo sulla mostra dedicata a Don Emilio De Roja
Cinque mila visitatori in 6 giorni. E’ il lusinghiero risultato dell’esposizione a Rimini della mostra dedicata alla vita di don Emilio de Roja (1919-1992), che fu dapprima prete partigiano, protagonista nella guerra di liberazione dal nazifascismo, e poi, per quasi 50 anni, padre degli ultimi, sotto qualsiasi forma gli si presentassero, come disoccupati o carcerati, orfani o terremotati, oppure asserviti dall’alcol o dalla droga.
E così, ancora una volta, la figura del piccolo, grande sacerdote friulano ha travalicato i confini della sua terra, per iniziare un cammino che, attraverso il prestito della mostra ora in dotazione anche alla Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli, potrebbe portarlo in tante parti d’Italia, ma anche nei Fogolars Furlan sparsi nel mondo.
Certa è la soddisfazione dei promotori della mostra, il Centro culturale Il Villaggio e l’Associazione partigiani Osoppo Friuli, che assieme alla Fondazione Casa dell’Immacolata, all’Associazione Amici di don Emilio de Roja, alla Cooperativa sociale Nascente, e con il sostegno del Comune di Udine, della Regione, della Fondazione Friuli e della Farmacia Favero, hanno raggiunto questo importante risultato.
Tra i visitatori della mostra figura il governatore Massimiliano Fedriga, che era al Meeting per intervenire al convegno su “La Repubblica delle autonomie”, tenutosi mercoledì 24 agosto con la partecipazione, tra gli altri, del ministro per gli affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini.
Nel contempo, sempre tra i visitatori della mostra si annoverano l’assessore regionale Sergio Emidio Bini, il già rettore dell’Università di Udine, Alberto Felice De Toni, e il consigliere comunale Giovanni Govetto, tutti accompagnati dai tanti friulani presenti al Meeting di Rimini, ma anche dai volontari provenienti da ogni parte d’Italia, che, dopo aver conosciuto la figura di don Emilio de Roja, si sono prestati a far da guide alla mostra. Ed è proprio ai volontari del Meeting che il comunicato finale dei promotori dell’esposizione hanno dedicato un ringraziamento particolare, per aver svolto “il fondamentale compito di accompagnare i visitatori, riuscendo a suscitare il loro interesse e aiutandoli a entrare nel vivo dei contenuti della mostra; sono loro stessi rimasti colpiti e sorpresi dalla commozione che ha colto i visitatori, che hanno visto nella testimonianza di don Emilio un invito a vivere le sfide che la realtà pone anche oggi, mossi dallo stesso suo desiderio di costruire sempre”.
Flavio Zeni