LA FAMIGLIA

Un’esperienza che segnò profondamente la vita di don Emilio fu la divisione che caratterizzò la sua famiglia, che si trovò a un certo punto spaccata in due: una parte con il padre in Austria e una parte con la madre a Buja, in Italia. Il piccolo Emilio, assegnato al padre, cercò in tutti i modi di ricongiungersi con la madre.

Come disse il suo medico e amico Anselmo Comelli: “Il don Emilio prete è il figlio sviluppato dell’Emilio bambino. Nessuno può capire il don Emilio prete senza conoscere le esperienze positive e negative del bimbo Emilio. Solo così si può capire il suo amore e la sua tolleranza senza limiti per gli esclusi”.

Luciano de Roja e Anita Savonitti con i figli

L’infanzia

La famiglia de Roja, originaria di Cordenons, nel 1880 circa si stabilì a Klagenfurt e dintorni, costituendo diverse aziende nel settore delle costruzioni, usufruendo della manodopera stagionale friulana.

Nel corso degli anni intessè rapporti di lavoro con i Savonitti di Buja, dei quali un ramo familiare era pure stabile oltralpe. In tal modo, si conobbero Luciano de Roja e Anita Savonitti. Dal loro matrimonio nacquero ben 9 figli: Teresina, Adolfo, Ernesto, Riccardo, Corrado, Emilio, Maria, Nino e Annina. Emilio, nato il 28 febbraio del 1919, è il sesto.

Una famiglia divisa

Le numerose maternità, il non essersi ambientata nel capoluogo carinziano, il lungo distacco dalla famiglia causato dalla guerra e le non più fiorenti condizioni economiche portarono Anita ad una profonda depressione. Nella speranza che potesse guarire, venne inviata di nuovo a Buja con i figli più piccoli. Luciano con i più grandi, compreso Emilio, rimase invece a Klagenfurt.

Luciano de Roja e Anita Savonitti con i figli
La madre, Anita Savonitti
Emilio de Roja bambino

La fuga a Buja

Emilio era troppo legato alla mamma per starle lontano; così meditò la fuga, facilitata dal fatto che era affidato a uno zio a Mauthen, poco al di là del confine con l’Italia. Riuscì ad allontanarsi più volte e venne sempre ripreso dalle guardie doganali. Consegnato di nuovo ai de Roja, piangeva e si disperava; perciò lo zio prese la decisione di portarlo a Buja.

Emilio conosceva solo il tedesco, ma anche dai Savonitti c’era chi gli faceva da interprete e, comunque, fu grande la sua gioia nel riabbracciare la madre.